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La STRADA REGIA    a piedi da Como a Bellagio

Archeologia e storia

    Esaminando le carte pubblicate prima del 2000 si osserva che il collegamento pedonale fra Como e Bellagio era possibile solo attraverso la via della dorsale passando per i monti: Bolletto, Bollettone, Palanzone, San Primo. Da questo tracciato, dalle varie bocchette, si dipartono mulettiere che collegano i vari borghi posto sulla riva orientale del ramo di Como del Lario. Si era persa la memoria del vero percorso storico che collegava Como a Bellagio, lungo il lago; anche se tracce della stessa affioravano su antiche cartografie.
Nel 1999 venne avviato un progetto dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano a cui collaborò la Società Archeologica Comense per il recupero dell'antico tracciato.
Le ricerche sono state condotte all'Archivio di Stato di Como sul Catasto Teresiano (del 1721) e sul Catasto Cessato (del 1857/1861), con l'inserimento sull'attuale cartografia dell'antico percorso. Poi le verifiche sul terreno hanno permesso di ricostruire la strada storica e gli interventi di recupero da effettuare. Alcuni tratti sono stati facilmente recuperati perchè ancora in uso, altri sono stati ricostruiti e ridisegnati; per quelli scomparsi a causa di cave o costruzioni delle attuali strade sono state trovate alternative sempre di valenza storica. Si deve comunque dire che per tre brevi tratti è necessario percorrere la SP583 (nel segmento fra Torno e Molina e nel comune di Lezzeno) e la SP43 (fra Lemna e Palanzo). Inoltre il collegamento con Bellagio non è stato compiuto e il termine è sul confine comunale di Lezzeno e Bellagio al Ponte del Diavolo.


    Il periodo preistorico: non si hanno notizie del percorso, ma affiorano solo testimonianze archeologiche della presenza dell'uomo (Età del bronzo). Il territorio era frequentato per la caccia, come dimostrano i ritrovamenti sul Monte Palanzone, a Brunate e a Nesso di punte di freccia in selce, accetta in serpentino, asce in pietra. Con l'età del ferro vi sono ritrovamenti di piccole necropoli a Civiglio, Brunate e Zelbio.

    Il periodo romano: con la fondazione di Novum Comun da parte di Giulio Cesare assume importanza il collegamento via acqua fra Como e Chiavenna (in epoca romana il Lago di Como e il Lago di Novate Mezzola costituivano un unico corpo). Lungo la sponda occidentale del Lario viene costruita la Strada Regina. mentre non si hanno notizie di percorsi lungo la sponda orientale del lago. I massi avelli a Torno e Lemna, risalenti al V secolo d.C., il fenomeno idrico della Villa Pliniana di cui parla Plinio il Giovane, sono ritrovamenti situati lungo il percorso della Strada Regia, per cui si può ritenere che parte di questo tracciato risalga all'epoca romana.

    Il periodo altomedioevale e rinascimentale: poche le testimonianze relative a questo periodo. Fra le personalità che percorsero questa strada va ricordato papa Urbano II nel suo viaggio a Clermont Ferrand per l'ominimo concilio del 1095, dove invocò il soccorso armato dell'Occidente in favore di Costantinopoli contro l'invasione selgiuchida, dopo avere ricevuto richiesta in tal senso dall'imperatore Alessio I Comneno. Il papa consacrò la basilica di S. Abbondio a Como e la chiesa plebana di Nesso. Si ha notizia di questo negli Atti della Visita Pastorale del vescovo Ninguarda (1593).

    Il periodo moderno: il catasto di Maria teresa d'Austria, del 1721 contiene una precisa mappatura della strada. La situazione rimase pressochè inalterata nel corso del secolo XIX, sino a quando iniziarono i primi interventi di costruzione della strada carrozzabile che costituirà l'attuale Lariana (ora SP583). Nella guida del lago di Como (1889) vi è notizia di un tratto per ciclisti fra Como e Torno e fra Bellagio e San Giovanni. Il tracciato della Strada Regia rimase in uso fino ai primi decenni del '900, poi fu legato ad attività agricole e pastorali. Poi venne gradatamente abbandonato e sostituito dalla realizzazione della strada carrozzabile (ora SP583).


Gli aspetti tecnici del recupero

    L'intervento, per una lunghezza di 35 km, ha avuto una durata di 5 anni; i lavori, suddivisi in 5 lotti, sono stati appaltati a diverse imprese edili dopo bando di gara; mentre la progettazione è stata effettuata dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano in collaborazione con la Società Archeologica Comense.

    I lavori, suddivisi in 5 lotti, sono stati appaltati a diverse imprese edili dopo bando di gara; mentre la progettazione è stata effettuata dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano in collaborazione con la Società Archeologica Comense. I problemi tecnici risolti sono stati i più vari, e le soluzioni adottate hanno avuto una costante comune: quella di essere le meno invasive possibili e le più attinenti alla storia, alla tradizione e alla cultura del luogo. I nuovi manufatti sono stati realizzati con materiali presenti nel sito e integrati nella morfologia del territorio. In alcuni tratti sono stati utilizzati parapetti metallici, per la miglior protezione degli escursionisti.

Bibliografia e riferimenti principali:
  - Liberamente tratto dall'autore del sito da pubblicazioni e libri reperibili presso la biblioteca della C.M.T.L.
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