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Civate: facciata del monastero di San Calogero
Civate

Civate è un comune di 3.853 abitanti (densità 425,3 ab/kmq), sorge ai piedi del Monte Cornizzolo e di fronte al Monte Barro; è situato nella Valle Magrera tra lo sbocco della Valle dell'Oro ed il torrente Rio Torto; si trova in provincia di Lecco in Lombardia. Il territorio comunale è caratterizzato da morfologie legate a deposizione fluvioglaciale e fluviale/alluvionale di età quaternaria e presenta un fitto reticolo idrografico di corsi d'acqua naturali.






Le più antiche tracce umane sul territorio civatese risalgono all’età del rame, con la presenza di insediamenti umani presso il cosiddetto Buco della Sabbia, caverna funeraria con resti d’ossa, utensili e graffiti. I primi insediamenti sono attribuibili a guerrieri/agricoltori Celti che si stanziarono ai piedi del Monte Cornizzolo. Quando i romani si impadronirono del territorio della Gallia Cisalpina il territorio civatese subì l'organizzazione militare romana (come altri territori collinari e di pianura circostanti) per creare una protezione in previsione di eventuali incursioni o invasioni provenienti dalle Alpi. Il territorio comunale era un passaggio obbligato per la via proveniente da Aquileia per cui si assegnò la denominazione di Clavis (chiave) alla località per indicare l'obbligatorietà del transito in quel territorio, che col passare del tempo si trasformò in Ciavate e infine in Civate.
I romani erano presenti in forze a Lecco e si suppone anche nel punto chiave di passaggio presso il ponte sul Rio Torto in località La Santa dove oggi sorge l'oratorio dei Santi Nazario e Celso. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente i Goti assunsero il dominio del territorio, successivamente sostituiti dai Longobardi, che ebbero un ruolo decisivo nella storia di Civate, non solo a livello militare, ma anche per fattori di carattere religioso e culturale, dal momento che, durante l'ultima parte del loro regno, sorgerà il monastero di San Pietro al Monte, come testimoniato da documenti relativi alla sua fondazione. Per molti secoli la storia di Civata sarà legata a quella del monastero ai rapporti con gli abati, l’Impero germanico e gli arcivescovi milanesi. Nel XIII secolo, durante le dispute che videro contrapposti i Visconti ai Torriani, il castello di Civate andò completamente distrutto. Nel 1571 Civate fu visitata dal cardinale Carlo Borromeo. Nel regno d'Italia napoleonico Civate era inclusa nel Dipartimento del Lario.
Guarda una galleria di immagini del borgo.


Edifici religiosi:



L'abbazia di San Pietro al Monte è un complesso architettonico di stile romanico, e si trova a quota 630 mt. sulle pendici del Monte Cornizzolo. Si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a San Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. E' un complesso di origini benedettine, che è senza dubbio uno dei più interessanti della provincia di Lecco e della Lombardia e rappresenta una meta di notevole interesse storico, artistico, religioso. E' raggiungibile solo a piedi, e si trova, circondato da prati, in una radura nel bosco.
Molto poco si conosce delle origini dell'abbazia, che pure un documento rivela come una comunità monastica significativa nell'Europa carolingia, seppur non paragonabile per numero di monaci e ampiezza alle maggiori istituzioni d'oltralpe. La leggenda narra che l'ultimo re Longobardo: Desiderio, vi costruì un cenobio nell'anno 700. Il documento più antico che cita il complesso è del IX secolo, si riporta la presenza dell'abate Leutgario con trentacinque monaci benedettini legati al monastero di Pfäfers in Svizzera. Vi soggiornò il vescovo di Milano Arnolfo negli ultimi anni della sua vita e ivi fu sepolto nel 1097. Il monastero fu distrutto dal Libero comune di Milano in seguito allo schierarsi dai monaci con l'imperatore Federico Barbarossa. Risorse nella seconda metà del XVI secolo ad pera dei monaci Olivetani, che però vennero scacciati durante la Repubblica Cisalpina.

Un'imponente scalinata porta all'ingresso della basilica (la vecchia abside a est), un ampio atrio semicircolare illuminato da bifore, costruito su due piani, uno a livello della chiesa l'altro a livello della cripta che poteva dare alloggio ai pellegrini. I gradini che compongono la scalinata sono in serpentino verde e granito. All'interno la chiesa si presenta come una navata rettangolare con copertura a capriate, alla cui estremità occidentale è presente un ciborio decorato con stucchi semipolicromi. Sui muri è presente un'imponente apparato decorativo di eccezionale ricchezza e complessità, gli stucchi e gli affreschi presenti si connettono tra loro ubbidendo ad un medesimo linguaggio denso di rimandi simbolici alla dottrina ecclesiale, lasciando intuire la presenza di "una mente ideatrice di altissima preparazione teologica. L'altare posto di fronte all'abside occidentale è sormontato da un elegante ciborio in stucco che, nella sua struttura architettonica, ricorda quello più della basilica di Sant'Ambrogio a Milano; è sostenuto da quattro colonne con capitelli sormontati da altorilievi in stucco. Nella sottostante cripta, divisa in tre navate, sono presenti due file di tre colonne; al termine della navata centrale è posto un modesto altare in muratura alle cui spalle si possono osservare, scene riguardanti la vita di Maria.

L’Associazione Amici di San Pietro, nata nel 1975 a Civate, raccoglie un gruppo di volontari che collaborano alla conservazione del complesso monumentale della basilica di San Pietro al Monte e dell’Oratorio di San Benedetto e all’accoglienza dei visitatori. Fondatore dell’Associazione è stato Don Vincenzo Gatti, membro della comunità religiosa della famiglia Beato Angelico, che ha coordinato per oltre cinquant’anni i restauri del complesso abbaziale, offrendo oltre alla sua competenza artistica anche una testimonianza di vita spirituale secondo lo spirito benedettino. La basilica è visitabile il sabato e la domenica e nei giorni feriali solo alle comitive previo prenotazione e solo su disponibilità dei volontari.

Guarda alcune immagini dell'esterno della basilica.





Villa Canali:
è un edificio storico situato nel centro a pochi passi dalla chiesa. Acquistato dal comune nei primi anni Sessanta, è stato negli anni luogo di ampliamento delle scuole medie e sede delle associazioni civatesi. Ristrutturato a partire dal 2012 dagli architetti Renato e Fabio Mastroberardino, è attualmente biblioteca, sito ambulatoriale e centro culturale.


Casa del Pellegrino:
è presente nel centronstorico integrata con altri edifici. Le più antiche testimonianze attestanti l'esistenza dell'edificio risalgono alla prima metà del XV secolo quando, in una minuta notarile, fu menzionato un ospedale, probabilmente identificabile con l'edificio in questione, che apparteneva al monastero di Civate. E' stata in passato, in particolare nell'ultimo scorcio del basso Medioevo, uno "xenodochium", cioè un alloggio gratuito per pellegrini e forestieri diretti a S. Pietro e ricovero per gli ammalati. Ad una delle casate che abitarono l'edificio si deve, tra l'altro, la bella decorazione ad affresco con scene cortesi e di caccia che abbellisce due stanze dello stabile. Il complesso, che si sviluppa attorno a una corte chiusa, un tempo più vasta di oggi, si articola in tre principali settori: quello quattrocentesco, situato a nord, impreziosito da alcune sale affrescate; la porzione centrale, successiva, caratterizzata da ampi saloni con soffitti lignei ed eleganti archi ogivali, che si affacciano sulla corte, e la parte edificata nei primi del Novecento, a meridione.
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