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Il Buco del Piombo.

Il Buco del piombo č un'imponente grotta naturale situata nel comune di Erba, nella Riserva Naturale della Valle Bova, nelle Prealpi comasche a una quota di 695 m sul livello del mare. E' un vero e proprio museo naturale all'aperto per tutti gli appassionati di speleologia, un intricato sistema di gallerie che si sviluppano sotto l’Alpe del Viceré. La grotta č parte del complesso carsico dell'Alpe del Vicerč, formato dalle grotte: Buco del Piombo, Grotta Lino e Grotta Stretta esteso per circa 6,5 km. Il cuore del sistema č formato dalla grotta Lino in cui si verifica gran parte dell'assorbimento delle acque dell'altopino che a loro volta proseguono il loro cammino prima lungo la grotta Stretta per poi sfociare nel Buco del Piombo in un cammino sotterraneo lungo 6,5 km come detto sopra. Attualmente non si hanno conoscenze di collegamento con il gigantesco complesso carsico del Piano del Tivano e Valle di Nosče.
La grotta si apre al centro di una parete rocciosa strapiombante posta sulla destra idrografica della Valle Bova. Questa parete č frequentata da alpinisti della zona che ne hanno fatto una delle loro palestre preferite giā dalla fine degli anni ’50, tuttavia essa č rimasta di interesse poco pių che locale; a parte una citazione nei “Cento nuovi mattini” di Alessandro Gogna. Il luogo č un po’ cupo e selvatico, ma offre interessanti salite su roccia molto particolare che richiedono esperienza.
Dal punto di vista geologico il Buco del Piombo č scavato quasi totalmente nel calcare detto Maiolica, formazione sedimentaria di origine marina depositatasi sul fondo di un antico oceano durante l'ultimo periodo dell'era Mesozoica, il Cretaceo. Si tratta di una roccia calcarea bianca compatta e ben stratificata, che presenta inclusioni di selce, una roccia silicea. La denominazione della grotta puō essere ricondotta probabilmente alla caratteristica patina di alterazione di colore grigiastro che si forma sugli affioramenti di Maiolica. L'origine di questa cavitā č legata a fenomeni di tipo carsico, determinati dall'azione "corrosiva" delle acque piovane - rese aggressive dalla presenza di anidride carbonica disciolta - sulle rocce calcaree facilmente fratturabili ed erodibili che costituiscono l'ossatura geologica del Triangolo Lariano. Questa incessante opera ha portato nel corso di milioni di anni alla formazione di un intrico di gallerie sotto il pianoro dell'Alpe del Vicerč.
L’ingresso del Buco del Piombo č imponente e scenografico per le dimensioni e per il selvaggio contesto nel quale č collocato. Viene paragonato per dimensioni al Duomo di Milano: misura 45 metri di altezza e 38 di larghezza, ed č occupato per buona parte da una coltre di detriti e dai ruderi di antiche strutture costruite dall’uomo risalenti al VII secolo.
Anche l'interno della grotta č un ambiente molto particolare; le acque che scolano sulle pareti e sulla volta contengono in soluzione sali minerali calcarei che si depositano dando origine a stalattiti, stalagmiti e complicate concrezioni levigate. Acque scorrono anche nella caverna, o ristagnano in piccole raccolte, dal livello estremamente variabile, espressione del complesso sistema drenante carsico.

La presenza umana č documentata fin dal periodo paleolitico dal ritrovamento di vari reperti litici, e il luogo fu abitato anche dall'uomo di Neanderthal. La grotta era sede di estrazione di pietra silicea per la produzione di utensili. I nostri antenati probabilmente non vi abitavano in maniera continuativa, per via del freddo, dell'umiditā e della presenza di orsi delle caverne in letargo. L'orso delle caverne (Ursus spelaeus) fu infatti il principale abitatore di questa caverna nell'ultimo periodo glaciale (fino a 15.000 anni fa circa), di questo animale sono stati rinvenuti numerosi resti ossei all'interno della grotta. Le strutture murarie presenti all'interno del grande androne di accesso alla grotta sono state datate in tarda epoca romana, e sono da considerare un sistema fortificato. E' stato utilizzato e potenziato ai tempi di Federico Barbarossa e poi, in tempi pių recenti, impiegato dal Medeghino per finalitā strategico/militari. Il Buco del Piombo fu anche utilizzato dalla popolazione locale come rifugio per sfuggire alle pestilenze.

La grotta e le falesie circostanti sono la zona di nidificazione del falco pellegrino, che č uno dei pių formidabili rapaci. E' chiamato cosė per la colorazione scura delle penne della testa, che ricordano il tipico cappuccio della testa degli antichi pellegrini. Nella parte superiore č di color grigio blu ardesia, mentre la parte inferiore presenta delle venature chiare alternate a strisce scure. Particolarmente caratteristico č il suo becco adunco di colore giallo. Le sue dimensioni variano dai 25 ai 60 cm di lunghezza. Le femmine sono pių grandi dei maschi. Le uova hanno il guscio giallo, coperto da macchie brune. Il falco pellegrino predilige costruire il suo nido, come luogo di cova, su spuntoni rocciosi, o su ripide rupi. Le pareti del Buco del Piombo sono sono il suo habitat ideale. Quando caccia, puō raggiungere, in picchiata, velocitā superiori ai trecento chilometri orari.
Per proteggiere i nidi del falco pellegrino č vietata la scalata delle falesie del Buco del Piombo da marzo a giugno.


L'undici maggio 2024 ha riaperto la grotta, dopo dodici anni di chiusura in seguito alla caduta di alcuni massi sulla scala esterna. In questi anni il versante della montagna č stato sistemato e sono state posate reti paramassi. Nei mesi scorsi infine sono stati effettuati interventi lungo i sentieri che portano alla grotta e la ricostruzione della scala di accesso. Al momento le visite si possono effettuare solo la domenica dalle ore 10.00 alle 18.00.

Bibliografia e riferimenti principali:
  - Liberamente tratto dall'autore del sito da pubblicazioni e libri reperibili presso la biblioteca della C.M.T.L. e dal WEB.

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