Il discorso del ghiacciaio è un accessorio: non ha una origine glaciale.
Il Pian del Tivano è un bigino di geologia, e' stato un lago contornato da depositi glaciali.
La Valtellina è una megafaglia con andamento est-ovest.
Nel passato dove adesso c'è il lago era presente un enorme deserto poi ci sono state delle eruzione vulcaniche, dei ghiacciai, un enorme mare; non esisteva nulla di quello che adesso possiamo vedere. Il cambiamento geologico del lago di Como è avvenuto in un tempo misurabile in milioni di anni. La terra continua a cambiare ma con tempi che non sono misurabili con i tempi della nostra vita. Il cambiamento avviene perchè al suo interno ci sono forze enormi che spostano le placche che sono la parte superficiale della terra. I geologi attraverso indizi riescono a capire cosa c'era prima e anche cosa ci sarà dopo. Le principali valle lombarde hanno un orientamento nord/sud: Vallassina, Valsassina, Valle Imagna, Val Brembana, Val Seriana, Val Poschiavo, Val Malenco, Val Masino, Val Chiavenna. La Valtellina ha un orientamento diverso: est/ovest – perchè rappresenta una faglia, una linea di contatto lungo la quale la placca africana a sud e la placca euroasiatica a nord sono entrati in collisione e hanno formato le Alpi. Questo si può dire poichè le rocce presenti nelle due placche sono totalmente diverse e lungo la faglia ci sono rocce che fanno capire che si sono scontrate e scaldate e quando si sono scontrate hanno generato le Alpi 75 milioni di anni fa, il motore che le ha generate è dentro la terra. Il territorio è sottoposto all'azione contemporanea di forze dentro la crosta terrestre: terremoti e vulcani; forze esterne: il mare, frane, pioggia, vento, gelo, ghiacciai, il carsismo cioè l'acqua che scioglie il calcare. In geologia il fattore tempo fa si che una cosa piccola se la si ripete per milioni di anni si trasforma in una cosa enorme. La collisione delle placche diede il via all'orogenesi Alpina. Si può presumere che l'innalzamento della crosta terrestre avvenisse a 1 cm all'anno, ma per milioni di anni, fa si che diventi una cosa enorme: 3 milioni di cm per cui si cominciò ad azare molto materiale. I terreni africani occuparono le quote più elevate mentre la placca europea si incuneava sotto a quella africana. I sedimenti oceanici, dopo essere stati portati a notevole profondità, ritornarono in superficie. Questi fenomeni non sono visibili dall'uomo, ma lo sono dai satelliti. I ghiacciai e il carsismo sono i due fenomeni che maggiormente hanno caratterizzano e modellato il Trangolo Lariano. Il modellamento del Triangolo Lariano è dovuto al fatto che le nostre montagne, nate circa 150 miglioni di anni fa, sono fatte di calcare, si sono formate in fondo al mare e poi con lo scontro delle placche i calcari sono saliti e hanno formato le montagne. L'acqua delle piogge della neve ha iniziato a fare reazione con il calcare e a sciogliere le montage, facendo buchi, doline, grotte e sorgenti. Nel Trangolo lariano non ci sono grossi fiumi perchè l'acqua scorre sotto la superfice. Quando piove molto i torrenti, i fiumi si ingrossano per poco tempo in quanto l'acqua poi va sotto (carsismo). Al contrario in Valtellina, con rocce diverse (granito) dopo le pioggie i fiumi e i torrenti rimangono gonfi perchè l'acqua resta in superfice.
I ghiacciai (e la loro azione di modellamento del territorio):
In tutto il mondo (e in particolare sulle Alpi dove i ghiacciai sono di piccole dimensioni) sono in ritiro (più o meno forte) in quanto seguono i cambiamenti climatici, quelli naturali. I ghiacciai si espandono o si ritirano, e questo è normale. Non è normale l'attuale ritiro, ma è probabilmente la conseguenza più evidente del riscaldamento globale causato dall'uomo con l'utilizzo su larga scale dell'energia derivante dal fossile. Con l'aumento delle temperature, l'incremento delle ondate di calore e la diminuzione delle nevicate, lo scioglimento dei ghiacciai sta accelerando. Per un po', l'acqua di fusione continuerà a riempire i fiumi in estate, ma entro la fine del XXI secolo la maggior parte dei ghiacciai delle Alpi si sarà sciolto. L'acqua diventerà più scarsa, soprattutto in estate, il che porrà problemi per l'approvvigionamento di acqua potabile e per l'agricoltura. La massima estensione dei ghiacciai che conosciamo avvenne circa 14000 anni fa. La situazione sul terreno era che il ghiacciaio arrivava dalla Valtellina/Valmasino e Valchiavenna, e se il ghiacciaio fosse stato una mano si potrebbe dire (con buona approssimazione) che il mignolo entrava in Val d'Intelvi, l'anulare andava su Como, il medio si affacciava sopra Bellagio l'indice andava su Lecco e il pollice entrava in Valsassina. Il ghiacciaio trasportava i detriti sia in superfice che all'interno e sotto di esso. Quando per un caambiameto climatico il ghiacciaio si fondeva l'acqua defluiva verso verso la Pianura Padana che già si era formata. I detriti si depositavano sul terreno, ai lati e sul fronte del ghiacciao; e se i detriti erano uniti fra di loro formavano delle colline: cioè le morene. I grossi massi che erano isolati vengono chiamati "trovanti". Il territorio del Triangolo Lariano è disseminato di questi massi (vedi le pagine di questo sottomenù). I massi sono stati trasportati dal ghiacciaio, e non da un fiume perchè altrimenti sarebbero arrotondati, non da frane perchè da noi non esistono frane lunghe centinaia di km. Le rocce della Valtellina/Valmasino/Valchiavenna sono franate sul ghiacciaio, lo stesso quando è arrivato sul lago di Como li ha portati da noi, e quando il ghiacciaio si è sciolto si sono depositati sul terreno. Spesso nelle valli i paesi sono posizionati sui pendii a metà degli stessi, dove esiste una rottura di pendenza, cioè il versante è scosceso poi c'è un piccolo ripiano e sotto ridiventa scosceso. Quei ripiani sono le morene del ghiacciaio, quando lo stesso si fondeva depositava sul pendio i suoi detriti. Nel Triangolo Lariano questo fenomeno è molto evidente a Montepiatto e a Brunate, lì ci sono massi erratici (più o meno grandi), sopra sono assenti. Meno evidente, ma comunque presente, questo fenomeno ha permesso di fondare paesi come Veleso, Molina, Palanzo, Zelbio, San Pietro in Monte. In altri luoghi il fenomeno non è presente perchè i ripiani sono franati.
Pian del Tivano: prima del ghiacciaio il piano non esisteva e c'era una valle, all'ingresso al Pian del Tivano c'è la morena del ghiacciaio che si è formata quando il ghiacciaio si è sciolto e i detriti che trasportava si sono depositati a terra. La fusione del ghiacciaio ha formato un lago, poi nel tempo il materiale è entrato nel lago e l'ha riempito. Sul lago galleggiavano degli iceberg, con sopra di essi dei massi, quando gli iceberg si sono fusi questi massi sono caduti sul fondo e quando il lago è stato riempito di materiale li ha sepolti. Sono stati ritrovati sotto il Pian del Tivano massi provenienti dalla Valtellina.
La storia del lago di Como:
E' stata scoperta recentemente, agli inizi degli anni novanta dello scorso secolo. Il lago di Como esiste grazie allo stretto di Gibilterra (vedi più avanti).
Come si è formato il lago di Como: se immaginiamo di togliere il ramo di Lecco, il Lario assomiglia a un fiume: è allungato stretto e meandriforme, ricorda molto un corso d'acqua. Quello che oggi è il lago di Como 7/8 milioni di anni fa era un fiume: il paleo Adda e usciva da Como verso la pianura. Infatti a sud di Como sono state trovate delle traccie morfologiche stratigrafiche di un canyon dove si suppone passasse il fiume. Oggi dove c'è il lago la valle è modellata a “U” per cui c'è stata una azione glaciale, ma sott'acqua che cosa c'è? Se il lago fosse stato modellato dal ghiacciaio la sua profondità non andrebbe oltre i 50 mt (e forse anche meno). Sono state fatte delle ricerche ed è stato riscontrato che fra Argegno e la Punta Cavagnola lo spessore della colonna d'acqua è di oltre 400 metri. Per cui rispetto al livello del mare (medio) va da più duecento a oltre meno duecento, lo spessore di colonna d'acqua del lago è la maggiore fra i laghi lombardi. Durante queste ricerche si è scoperto che il fondo del lago non è fatto di roccia, bensì da detriti, sabbia, ghiaia, argilla, cioè da materiale di riempimento, che ha riempito una cavità preesistente. Il vero fondale del lago di Como è a meno 700 metri sul livello del mare: cioè meno 900 metri rispetto all'attuale livello del lago. Questa scoperta significa che il lago è stato generato da un fiume che ha scavato la roccia. Si pone il problema che se un fiume ha scavato un alveo 700 metri sotto il livello del mare, poichè tutti i fiumi della terra finiscono al mare, il paleo Adda dove finiva? Per cui gli studi sono stati spostati sul mare Mediterraneo, ipotizzando che il suo livello fosse molto più basso. Ma come dimostrarlo? Studiosi italiani e americani sono andati a cercare se esite una prova che ci facesse capire se il livello del mare Mediterraneo nel passato fosse molto più basso. Gli studi sono stati fatti utilizzando una vecchia nave per perforazioni petrolifiche dismessa, questa nave aveva delle aste metalliche che si connettevano tra loro e venivano calate per perforare il fondale marino (alla ricerca del petrolio). Nel nostro caso per cercare di capire cosa c'è sotto l'attuale fondo del mare. Gli studiosi hanno fatto dei buchi in giro per il Mediterraneo, perforando il fondale per centinaia di metri e hanno recuperato un minerale: il sale da cucina. Poichè il sale da cucina si forma solo per evaporazione si è scoperto, in tal modo, che il livello dell'acqua del mare era di molto sotto all'attuale. Ciò è possibile solo se si ipotizza che lo stretto di Gibilterra fosse chiuso e il Mar Mediterraneo fosse un grande lago salato. Poi c'è stato un cambiamento climatico e la temperatura si è alzata facendo evaporare l'acqua del mare. Per cui tutti i fiumi che sfociavano nel mare avevano il loro delta/estuario molto oltre rispetto all'attuale; il Po sfociava a mare all'altezza della Puglia. Il Po nel suo percorso ha scavato nella Pianura Padana, e anche tutti gli altri fiumi per raggiungerlo lo hanno fatto. Poi è successo che nell'arco di soli 300.000 anni lo stretto di Gibilterra si è riaperto (causa lo spostamento delle placche), e l'oceano Atlantico è rientrato nel Mediterraneo, lo ha riempito, per cui tutti i fiumi sono arretrati diventando meno pendenti.
Come è stato modellato: i ghiacciai (che hanno modellato a “U” la valle) e gli spostamenti della crosta terrestre hanno creato uno sbarramento poco più a sud di Como. Il fiume ha iniziato ad alzarsi fino a trovare uno sfogo nella valle, che attualmente ospita il ramo di Lecco, che era molto più alta, l'acqua ha iniziato a scorrere in essa. Alla fine di questa valle i terreni sono costituiti da limo argilla sabbia, l'acqua è riuscita a scavarli creando l'Adda attuale. Il professore geologo Alfredo Bini ha ipotizzato che a Lecco l'attuale percorso dell'Adda fosse chiuso e il paleo Adda passasse da Valmadrera e solo oltre ritornasse nell'alveo attuale. Un ragionamento fatto con delle evidenze.
Per concludere:
la genesi del lago è fluviale.
il rimodellamento della valle è stato fatto solo 12000 anni fa dai ghiacciai.
Nota: la scoperta della teoria dell'essicamento del mar Mediterraneo ha contribuito in maniera importante, una donna italiana: Maria Bianca Cita Sironi, geologa e paleontologa italiana. La biografia su wikipedia. A questa pagina web un breve video dal titolo "why not?" che è un tributo a Maria Bianca Cita, uno dei più importanti scienzati per lo sviluppo della moderna scienza della terra in Italia.
Bibliografia e riferimenti principali: - Liberamente tratto dall'autore del sito da una serata di divulgazione scientifica “Le origini del nostro lago” con relatore il dott. Filippo Camerlenghi dell'associazione Prometeus di Albavilla, nell'ambito di Zelbio Cult 2024.