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i pascoli dell'Alpe Colmenacco
La transumanza (sull'acqua) della famiglia Cadenazzi
Dal porticciolo di Lenno (via lago) fino a Nesso, dopo l'attraversamento del paese, da Vico all'Alpe Colmenacco


Guarda il filmato realizzato dall'allora Assessore all'Ecologia della Comunità Montana: Costantino Muzio, in collaborazione con il Servizio di Viglilanza Ecologica e con il Comune di Nesso. Il video è il trasferimento in digitale di una cassetta VHS, per cui la qualità tecnica, pur essendo buona, presenta qualche imperfezione.
A questo link puoi effettuare il download del video.



transumanza:  è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) e viceversa (nella stagione estiva) percorrendo le vie naturali dei tratturi. [Wikipedia].
Questa pratica pastorizia è presente nei paesi del Mediterraneo e nelle Alpi. E' una tradizione che affonda le sue radici nella preistoria e che nel 2019 è stata inserita dall'UNESCO nella "Lista del Patrimanio Culturale Immateriale" che ha riconosciuto il valore della pratica sulla base di una candidatura transnazionale presentata da Italia, Austria e Grecia. L'UNESCO ha riconosciuto due tipi di transumanza - quella orizzontale, nelle regioni pianeggianti, e quella verticale, tipica delle aree di montagna.

la transumanza in Italia: nacque nell'Appennino abruzzese, sia verso la Maremma che verso il Tavogliere delle Puglie. Questa pratica permette di assicurare al bestiame un clima ottimale per tutto l'arco dell'anno. Si è poi estesa anche a qualche altra regione: Lombardia, Alto Adige, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria. Lo spostamento di greggi, accompagnati da cani e talvolta cavalli, è un rito che si ripete da secoli, per assicurare un pascolo fresco in ogni stagione. L’importanza di questa attività era tale da essere amministrata e gestita da due istituzioni appositamente predisposte durante il Regno di Napoli. Esse erano la Regia Dogana della Mena delle Pecore di Foggia e la Doganella d’Abruzzo.




L'alpe Colmenacco (a 938 mt. di altitudine) è un panoramico balcone sul Lario e sull'abitato di Nesso, è citato nel catasto Teresiano del settembre 1721. Posto sotto le pendici dell'omonima cima, è un alpeggio di proprietà della famiglia Cadenazzi, che da generazioni carica le sue vacche sulla "Giulia", una gondola lariana (del 1928) di proprietà della famiglia Barindelli di Bellagio. La vela quadra con cui è attrezzata la gondola permette di sfruttare i venti lariani; può trasportare una trentina di vacche. Viene così attraversato il lago dal porticciolo di Lenno (che è vicino alla stalla di Portezza di Tremezzo, dove le vacche trascorrono il periodo invernale) sino al porticciolo di Nesso. Da qui in poi inizia la salita, si attraversa l'abitato di Nesso e usciti dalla frazione di Vico si imbocca una mulattiera che con un dislivello di 700 metri conduce all'alpe. A questa pagina web la descrizione del percorso. Nell'alpeggio oltre alle vacche sono presenti anche capre e pecore, il clima mite, l'abbondanza di acqua, il sole generoso e l'erba buona ricca di sostanze aromatiche permettono la produzione di un formaggio (sia vaccino che caprino) con profumi e aromi non riscontrabili nella produzione industriale.
La famiglia Cadenazzi è presente all'Alpe da oltre 200 anni; l'alpeggio è stato acquistato dai bisnonni dell'attuale proprietario; all'epoca il territorio era boscoso, è stato reso prativo per poter svolgere l'attività di allevamento del bestiame. Dopo la morte di Giovanni “Giuanon” Cadenazzi l'attività è portata avanti da Vincenzo “Cenzo” Cadenazzi e dalla figlia Gemma.
Ora la transumanza continua, ma non più via lago, bensì con camion su strada, dapprima la Regina fino a Como e poi La Regia sino a Nesso e oltre la strada del Tivano fino a Veleso (alcune immagini dell'ultima discesa dall'Alpe Colmenacco a Nesso).

Alcune immagini dell'Alpe Colmenacco

L'alpe Colmenacco è raggiungibili con i seguenti itinerari:



La gondola lariana è un'imbarcazione storica a vela per il trasporto di merci tipica del Lago di Como. Ha forme aggraziate con fiancate tonde e prua slanciata. Se ne ipotizza una discendenza dalla liburnica, una nave d’epoca romana: avevano in comune la manovrabilità (data dal fondo piatto) e due false chiglie (una a prua e una a poppa) che permettevano di navigare a vela senza scarrocciare troppo. La lunghezza varia dai 12 ai 28 metri, la larghezza dai 3 ai 7 metri, la portata variava dai 150 ai 1000 quintali di merce, archi di legno permettevano di coprire con un telone gran parte della barca, per proteggere dalle intemperie la merce trasportata. Alla fine dell'Ottocento si svilupparono i collegamenti ferroviari, e nel Novecento iniziò l'epoca degli automezzi: le vie terrestri soppiantarono gradualmente le vie d'acqua. Gondole e comballi, oramai inutili, vennero sostituite da automobili e camion. Oggi la gondola Giulia assieme alla gondola Rosina, sono state donate al Museo della Barca Lariana a Pianello del Lario dalla famiglia Barindelli che le possedevano.

Alcune immagini della gondola Giulia.
Nota: le immagini della gondola Giulia sono di: Nicola Barindelli, fotografo del GFNesso.

L'ultimo viaggio della gondola Giulia: il video su YouTube.
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