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Nesso
Nesso (Ness in dialetto comasco), è un comune italiano di 1.243 abitanti (densità: 82,7 ab/kmq) della provincia di Como in Lombardia; un luogo incantevole, dove la natura è assolutamente protagonista del paesaggo circostante. E' posto sulla strada che da Como porta a Bellagio.
- Nome Completo:Nesso
- Provincia: Como (CO)
- Regione: Lombardia
- Denominazione: Nessesi
- Altitudine: 300 mt s.l.m.
- Superfice: 15,03 kmq
- C.A.P. (Codice Avviamento Postale): 22020
- Codice Catastale: F877
- Codice ISTAT: 013161
- Prefisso Telefonico: 031
- Patrono: Santi Pietro e Paolo (26 giugno)
- Sito del comune: www.comune.nesso.co.it
- Numeri utili, Comune: tel: 031 910106 - fax. 031 910005
- Guarda la mappa del paese con "googlemap"
Nesso è un pittoresco borgo della sponda orientale del ramo comasco del Lario, allo sbocco a lago della valle di Nosèe.
Si presume che il territorio sia stato abitato fin dall’epoca preistorica, il rinvenimento di un masso coppelliforme (masso sulla cui superficie compaiono incavi a forma di piccole coppe riferibili al culto o a riti funebri) e di un'ascia in pietra databile all'età neolitica fa risalire molto indietro nel tempo la comparsa di gruppi umani in quest'area. Prese parte all’alleanza celtica Insubre-Comense che fu sconfitta nel 196 a.C. dal console Marcello, anche se la sua romanizzazione incominciò solo alla fine del I sec a.C. Il comune partecipò attivamente alle guerre tra Como e Milano e si alleò con l'Isola Comacina, contro la città di Como che, nel 1124, ne distrusse le fortificazioni. Molto più tardi, agli inizi nel 1500, Gian Giacomo de' Medici, detto il Medeghino, che dal castello di Musso dominava su tutta l'area lariana, ricostruì le fortificazioni precedentemente distrutte; ma nel corso delle battaglie fra lo stesso Medeghino e Francesco Sforza e le Tre Leghe dei Grigioni, duca di Milano, furono nuovamente abbattute. Scarsissima è la documentazione sull'antica pieve di Nesso, pieve rurale lontana dalle grandi vie di passaggio ma, molto importante, perchè comprendeva ben dieci paesi, compresi alcuni situati sull'altra sponda del Lario.
Per quanto minuscolo, Nesso ebbe dunque una storia importante.
Nel medioevo Nesso si articolava su due distinti nuclei insediativi: il Borgo ("Burgum Nesii") e il Castello ("Castrum Nesii"), affiancati da alcune frazioni minori, fra cui la principale era quella di Vico. La divisione degli abitati in più nuclei, dei quali uno posto a una certa distanza dal lago e fortificato e uno sulla costa era abbastanza comune per i borghi del Lario. Questa suddivisione deriva dalla necessità di disporre di un rifugio fortificato da parte della comunità che, comunque, non poteva volgere le spalle al lago, sua principale via di comunicazione con la città e, grazie alla pesca, fonte non trascurabile di nutrimento.
L'economia locale era basata sulla pesca, sull'agricoltura e sullo sfruttamento di alcune cave di pietra. La presenza di acque correnti, di cui sfruttarne la forza idrica, favorì l'insediamento di molini e di una cartiera ancora operante nel '700.In frazione Coatesa, si trova l'orrido di Nesso, una profonda e pittoresca gola naturale situata allo sbocco delle valli di Tuf e di Nosèe; l'orrido è formato dai due torrenti, che qui si uniscono in un'unica fragorosa massa d'acqua e che, precipitando tra le rocce, dividendo l'abitato, diventano una bella scrosciante cascata. Lo spettacolo si può ammirare dalla strada statale 583 "Lariana", oppure scendendo fino al lago con la caratteristica gradinata (di oltre 340 scalini) affiancata dalle case, fino ad un antico ponticello romanico che congiunge le due sponde del corso d'acqua.
Si tratta del ponte della Civera, caratteristico ponte in pietra, che in fondo alla gola unisce le frazioni di Coatesa e di Castello. Di origine romana ma con sagoma medioevale, il ponte è stato progettato ad arco perfetto al fine di preservarsi dalle alluvioni. Il ponte è raggiungibile tramite una via a scalini che scende davanti a un piccolo bar: via Coatesa. La lunga scalinata s'abbassa verso il lago, ripida e stretta, fiancheggiata dalle case dell'antico borgo i cui ingressi sono a volte abbelliti da portali in pietra. Improvvisamente la lunga discesa sembra volerci scaraventare direttamente nel Lario: gli scalini raggiungono il pelo dell'acqua e non sembra esserci via d'uscita. Ma si tratta di un'impressione momentanea: a ben guardare quello che c'era sembrato l'ingresso di una abitazione altro non è che il proseguimento della strada che sfrutta un passaggio coperto sulla sinistra. Entrati nel passaggio, lo si percorre con suggestivi scorci che si aprono sul lago dai finestroni di illuminazione. Fatti pochi passi, dopo aver ammirato il bel disco di macina in pietra appeso al muro, eccoci sul Ponte della Civera che traversa, in basso, le acque dell'Orrido di Nesso. Guardando verso sinistra si può vedere tutta la profonda gola il cui fondo è chiuso dal salto da cui precipita la cascata.
Il ponte della Civera è famoso anche per essere stato location di alcune scene del primo film drammatico diretto da Alfred Hitchcock, e girato in Italia nel 1925. Michael Balcon ed Eric Pommer volevano produrre due film anglo-tedeschi per la Gainsborough-Emelka, e decisero di affidare al giovane Hitchcock la regia di uno di essi: Il labirinto della passione, titolo originale in lingua inglese The Pleasure Garden. Nel giugno del 1925 Hitchcock con la fidanzata Alma Reville, aiuto regista e segretaria di produzione e il barone Giovanni Ventimiglia, direttore della fotografia, partirono per Monaco diretti agli Emeòka Studios per girare gli interni. Si sarebbero poi spostati a Genova per girare al porto la partenza di una nave, ad Alassio il bagno in mare dell'indigena e sul lago di Como a Nesso, in frazione Coatesa sono state filmate due scene: l'affettuoso incontro della protagonista Patsy (Virginia Valli) con una bambina del luogo, e Levet (Miles Mander) che scaglia in acqua la rosa colta per lui dalla moglie.
Clicca qui per vedere il video-clipl delle scene girate a Nesso. Con questo link puoi vedere il film integrale su youtube nella versione restaurata nel 2012 dal British Film Institute (BFI).
L'orrido di Nesso è citato anche in un breve passo del Codice Atlantico di Leonardo: "Più su 2 miglia [rispetto alla Villa Pliniana] è Nesso, terra dove cade uno fiume con grande empito, per una grandissima fessura di monte. Queste gite son da fare nel mese di maggio" [Codice Atlantico, c. 573v].All'uscita del paese si stacca la strada che conduce al Pian del Tivano, panoramica località al centro del Triangolo Lariano. Sia all'interno che all'esterno del territorio urbanizzato sono presenti dei terrazzamenti, di antica realizzazione, che caratterizzano il paesaggio; essi sono ancora in gran parte coltivati.
Il borgo di Nesso è composto dalle seguenti frazioni: Borgo, Castello, Vico, Scerio, Onzanigo, Tronno, Lissogno, Careno.
Guarda alcune immagini del borgo.
Ogni anno ad Agosto si festeggia San Lorenzo, con piatti tipici della cucina locale e spettacolo pirotecnico. Inoltre nel 2014 è stato presentato uno spettacolo di danza: guarda le immagini.
Edifici religiosi:
- Chiesa di San Lorenzo è situata in frazione Castello, è di origine medievale, citata per la prima volta in un documento di papa Lucio III del 1184. Dell'edificio originario non è rimasto nulla, e ciò ci nega qualsiasi testimonianza della presenza delle monache umiliate che per tre secoli tennero una casa annessa all'oratorio. L'attuale edificio risale al secolo XVI, e precisamente al 1593 quando la visita il vescovo di Como: Feliciano Ninguarda. La nuova costruzione è di dimensioni maggiori rispetto all'originaria. La struttura esterna della chiesa presenta pietre a vista tranne nella facciata, intonacata, alla cui sinistra è presente il campanile. All'interno l'aula è ad unica navata con un presbiterio rettangolare, con una pala d'altare raffigurante il Martirio di San Lorenzo. Alla destra della pala d’altare nella figura rappresentata si può riconoscere San Lorenzo. Gli affreschi ornamentali del presbiterio celano dipinti murali più antichi, difficilmente leggibili e databili, a causa del cattivo stato di conservazione: potrebbe trattarsi della decorazione della chiesa primitiva, oppure dei primi affreschi dell’edificio ricostruito nel Cinquecento. Gli affreschi del presbiterio sono stati realizzati nel XVIII secolo. Recentemente cono stati trasferiti dalla parrocchiale alcuni ritratti di Santi non identificabili e di fattura secentesca.
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- Chiesa dei Santi Pietro e Paolo antica pieve di origini medioevali, la chiesa fu fondata nell’XI secolo dal vescovo Rainaldo (che la tradizione vuole avesse a Nesso la propria residenza abituale) e le cui spoglie furono ritrovate sotto il pavimento. La chiesa venne consacrata nel 1095 da papa Urbano II che si stava recando a Clermont- Ferrand per indire la prima crociata. L'edificio era in origine orientato con il fronte rivolto al lago; nel corso dei secoli subì numerose trasformazioni, fino alla completa riedificazione iniziata nel 1632 e portata a termine il secolo successivo. La chiesa ebbe un ruolo fondamentale per la vita religiosa dell’area, in quanto fu la plebana della pieve di Nesso; questa sua importanza è testimoniata dal ricco apparato decorativo dell’interno. La chiesa divenne presto la principale del territorio, ottenendo il titolo di pieve. La facciata è suddivisa in due ordini, sormontati da un timpano con la figura di Dio Padre. Nella fascia inferiore è presente il ricco portale e due nicchie con i santi Pietro e Paolo, nella superiore invece si apre una sorta di serliana con le tre finestre che illuminano l'interno. Lungo il fianco sinistro è possibile notare, alla stessa altezza della facciata, una struttura che fuoriesce dal corpo principale dell’edificio e che al suo interno ospita il battistero e, in posizione più arretrata, l’alta torre campanaria. L’interno è costituito da un'aula ad unica navata sulla quale si innesta il presbiterio; la navata è suddivisa in tre campate, due delle quali ospitano quattro cappelle laterali (due per lato) riccamente adornate. Dietro l'altare maggiore, marmoreo, la parete è ornata da una pala raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Pietro e Paolo. Collocato sulla controfacciata l'organo il cui mobile ligneo risale al Settecento.
- Chiesa di Santa Maria di Vico di origini romanica, non si conosce l'anno di fondazione dell’edificio, ma si presume che sia precedente il 1184, anno del Privilegio di Papa Lucio III nel quale viene menzionata per la prima volta come "Oratorium sancte Marie de Vico cum omnibus appendiciis eius". La chiesa era annessa a una "domus humiliata", ossia un hospitale dell’ordine degli Umiliati, un movimento religioso dedito alla preghiera e al lavoro. Erano laici che vivevano in comunità dedicandosi alla produzione di panni di lana e che avevano stabilito il loro luogo di culto in Santa Maria, svolgendo anche attività caritativa e di ospitalità per i viandanti di passaggio. L'ospedale oggi è un edificio privato, nel quale la chiesa è inglobata (rimane libero il solo lato orientale, con monofora, campanile, due riquadri affrescati raffiguranti una Pietà e una Madonna in trono con Bambino e originaria porta di accesso murata). Nel 1499 l’edificio religioso fu soggetto ad alcuni interventi di ristrutturazione, di cui si era fatto promotore Galeazzo Lavezzari, rettore dell’ospedale S. Anna di Como e maggior finanziatore delle opere. L’interno si presenta con un’aula ad unica navata con copertura lignea, divisa in due campate da un arco ogivale, e con un presbiterio rettangolare. È ricco di testimonianze artistiche risalenti ad epoche differenti. Pregevoli frammenti di dipinti murali tardoromanici raffiguranti una teoria di Santi e la Vergine in trono con Bambino sono presenti nella parete nord della navata, nell'arco trionfale e nel presbiterio. Il pittore tornasco De Benzi ha affrescato, agli inizi del '500, il polittico dell'Assunta dell'altar maggiore e alcuni affreschi della parete sud. Gli affreschi della parete sinistra, dell’arco di trionfo e del presbiterio sono più antichi rispetto a quelli del De Benzi: furono infatti eseguiti da un artista ignoto tra il 1287 e il 1312; si può essere abbastanza sicuri sulla datazione perché si conosce il nome del committente del ciclo: il canonico Goffredo che risiedeva in quegli anni a Nesso. Legata all'Ospedale Sant'Anna di Como, nei secoli XVI e XVII la chiesa di Santa Maria di Vico venne spesso adibita a lazzaretto in occasione di epidemie. Santa Maria di Vico è un monumento fondamentale per la conoscenza della pittura a cavallo tra i secoli XIII e XV nell’area del Triangolo Lariano.
Nota: alcune immagini delle chiese sono di: Fausto Zambra, fotografo del GFNesso.
Il Castello: da il nome a una delle principali frazioni di Nesso e ne rappresenta una parte importante della storia. Secondo un'antica tradizione deriverebbe da una preesistente fortificazione gallica, ma non vi sono prove di questa discendenza. È stato sempre gestito dall'intera popolazione, infatti, storicamente non vi sono riferimenti a castellani, ma è stato variamente abitato. Di origine medioevale è citato nel poema latino dell'Anonimo Cumano (XII sec.) che ne ricorda la conquista e la distruzione nel 1124 da parte dei Comaschi, che occuparono il borgo di Nesso (alleato all'isola Comacina) nell'ambito della guerra decennale (1118-1127) fra Como e Milano. Ricostruito dai comaschi nel 1449, sui resti della struttura precedente, venne nuovamente distrutto nel 1532 da Gian Giacomo Medici di Marignano, detto il Medeghino nella guerra che lo vedeva opposto al Ducato di Milano e alle Tre Leghe dei Grigioni. Di esso rimane solamente un muraglione in pietra, parte residua della struttura fortificata. Le tre torrette merlate e i merli “"a coda di rondine" (detti anche merli ghibellini), posti a coronamento del muraglione sul lato che prospetta il lago, sono stati aggiunti nel XIX secolo. I resti del castello sono di proprietà privata. Vengono ricordati nel Censimento dei Castelli della Lombardia pubblicato nel 1991 da Regione Lombardia (Settore Cultura e Informazione – Servizio Musei e Beni Culturali), a cura di F.Conti, V.Hybsch, A. Vincenti dell'Istituto Italiano dei Castelli.
Intorno al castello di Nesso sono nate leggende e racconti. Una di queste narra l’enorme popolarità che aveva Falco. Costui era un pirata originario di Nesso, che avrebbe militato sotto le bandiere del Medeghino. Ancora si raccontano le storie avventurose di Falco e dei suoi rudi compagni, insieme alla storia d’amore tra la Rina, bellissima figlia del pirata, e Gabriele, fratello prediletto del Medeghino. Battaglie, tradimenti, amori in un selvaggio e romantico paesaggio lariano fanno da sfondo a questa ed altre appassionate storie. (approfondisci).
Il ponte di Nosèe: antico ponte a doppia campata gettato sul torrente Nosè. La datazione del manufatto è incerta: per alcuni, sebbene restaurato, risale al periodo romano, per altri è di epoca medioevale. Le due arcate trovano appoggio centrale su un pilastro eretto direttamente su un enorme masso erratico di granito che ostruisce il letto del torrente. La Val Nosè s'incunea fra i monti del Triangolo Lariano, il Monte San Primo a Nord e il Palanzone a Sud. Man mano guadagna quota la valle si apre e si arricchisce di affluenti per giungere al Pian di Nesso, verde pianoro di origine glaciale. Una strada agro-silvo-pastorale, detta degli “Ortighee”, percorre la valle, ed era normalmente in uso prima della costruzione della SP44, essa collegava il borgo di Nesso con il pian di Nesso e il Piano del Tivano.
Nota: le due immagini del ponte ripreso dall'alto sono di: Mauro Spatafora, fotografo del GFNesso.
La frazione Borgovecchio: è la più settentrionale tra quelle del comune di Nesso. Caratterizzata da un nucleo di case tradizionali molto ben conservate e restaurate, è raggiungibile dalla SP583.
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Appartengono al comune anche le seguenti località:
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